martedì 30 aprile 2013

Babbage e il suo computer

La disposizione circolare degli assi della Macchina Differenziale, attorno a grandi ruote centrali, apriva le più ampie prospettive. L'intera aritmetica diventava ora circoscrivibile entro i limiti della meccanica.
Mi appariva perfino la possibilità di una Macchina Analitica, ed io mi lanciai con entusiasmo alla caccia di questa visione.
I disegni e gli esperimenti erano fra i più costosi. Ingaggiai disegnatori di prim'ordine, per economizzare il lavoro della mia testa, mentre abili artigiani costruivano i meccanismi sperimentali.

da "La Macchina della Realtà", sezione Modus.


Il primo riferimento al mondo bizzarro descritto nel libro "La Macchina della Realtà" è fatto in merito alla macchina calcolatrice di Charles Babbage, considerata quasi come il fulcro di ogni attività computazionale. La macchina che compare nel romanzo, in pieno stile cyberpunk poiché mai effettivamente realizzata, è la seconda ideata da Babbage, la Macchina Analitica.

Babbage, infatti, presentò nel 1822 e fece in seguito costruire un iniziale macchina detta "Differenziale" perché in grado di compiere equazioni fra polinomi, ma nonostante le iniziali sovvenzioni provenienti direttamente dal governo britannico, a causa di problemi meccanici degli attriti fra gli ingranaggi*, il dispositivo non riuscì mai a funzionare perfettamente.

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*Al link è possibile visualizzare un video in cui è mostrato il complesso meccanismo di questi dispositivi. Altri riferimenti e confronti sono fatti al seguente link a una pagina del progetto Polymath del Politecnico di Torino.

lunedì 29 aprile 2013

Citazioni

 Ecco un elenco di citazioni, che sarà aggiornato gradualmente:


"Hai distrutto il lavoro di trent'anni".
Alberto Magno, rivolgendosi a Tommaso d'Aquino dopo che questi aveva distrutto il suo automa.

"Arriveremo a costruire macchine capaci di spingere grandi navi a velocità più forti che un’intera schiera di rematori e bisognose soltanto di un pilota che le diriga. Arriveremo a imprimere ai carri incredibili velocità senza l’aiuto di alcun animale. Arriveremo a costruire macchine alate, capaci di sollevarsi nell’aria come gli uccelli".
Ruggero Bacone, in De secretis operibus artis et naturae, IV.

 "Another age must be the judge". (Un'altra epoca sarà giudice)
Charles Babbage

"Incantatrice dei numeri, dimentichi questo mondo e tutti i suoi guai e se è possibile, con tutti i suoi numerosissimi ciarlatani perché ogni cosa ha una breve durata".
Charles Babbage ad Ada Byron, 1837

"Propongo di considerare questa domanda: "Le macchine sono in grado di pensare?""
Alan Turing 

"Sapere è potere"
Francis Bacon in Novum Organum 1, 129.

"Dovunque vi saranno molte macchine per sostituire gli uomini, vi saranno sempre molti uomini che non sono altro che macchine."

Louis de Bonald in Pensieri su diversi argomenti, 1817.

"Un paese è moderno non solo perché ha dei computer o dei robot, ma soprattutto perché ha un tessuto culturale che gli consente di fare delle scelte coerenti."
 Piero Angela in Quark Economia, 1986.


domenica 28 aprile 2013

Le Leggi della Robotica


Legge Zero

"Un robot non può recare danno all'umanità, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, l'umanità riceva danno".

Legge Uno

Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno. Purché questo non contrasti con la Legge Zero".


Legge Due

"Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Legge Zero e alla Prima Legge".

Legge Tre
"Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Legge Zero, la Prima Legge e la Seconda Legge".

Le Tre Leggi della Robotica sono apparse per la prima volta tutte insieme in un libro di Isaac Asimov, "Circolo Vizioso" . Ad esse fu aggiunta solo successivamente ( con le opportune modifiche per le altre ) la Legge Zero, che riassume una delle esigenze fondamentali per la costruzione dei robot. In particolare le quattro leggi sono state riprese nel film "Io, Robot", che riprende il titolo di una raccolta di storie dello stesso Asimov.

venerdì 26 aprile 2013

Le unità di misura del mondo digitale

Il passaggio dal mondo del pressapoco al mondo della precisione (nei termini di Alexandre Koyré) è molto evidente oggi, quando la possibilità di effettuare operazioni che anche solo alcune decine di anni fa risultavano lunghe e complesse.
L'introduzione delle unità di misura, volte alla standardizzazione del mondo umano, dapprima nell'ambito dei grandi eserciti, poi in vari altri campi, si è diffusa inevitabilmente con l'avvento della digitalizzazione e della robotica. Le seguenti unità di misura sono fortemente legate all'ambito del calcolo e della memorizzazione, che sono due aspetti fondamentali per qualsiasi dispositivo elettronico atto a calcolare e, soprattutto, per i robot.

Unità di misura fondamentali.


Multipli del bit (b) e del byte (B).

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Per approfondire: 

giovedì 25 aprile 2013

Le IA in un film...

Il tema delle Intelligenze Artificiali e quello di una loro "etica" è affrontato in modo spettacolare nel film del 2004 "Io, Robot", diretto da Alex Proyas.

Inizialmente il mondo inscenato, proiettato nel 2035, sembra caratterizzato da una leale e pacifica convivenza fra uomini e robot. In realtà, ben presto, una serie di episodi tragici portano a far materializzare nella mente del detective Spooner una possibile minaccia da parte degli androidi.
Alla fine si scopre che esiste un vero e proprio progetto la cui realizzazione (una dittatura dei robot a garanzia della conservazione della specie umana) partiva dal computer centrale dell'azienda leader nella produzione di robot, la U.S. Robots, ovvero V.I.K.I., che verrà distrutta anche grazie a uno dei robot.

La locandina del film.

martedì 23 aprile 2013

Chi è il creatore di macchine fra ieri e oggi

 "Platone nel Cratilo dice, che Mecanico si dice un artefice di quelle cose, che con l'ingegno, & con la mano insieme si fanno, doue fra il mecanico, è ingegniero si vede cadere qualche poca differenza. E no tutti gli artefici tritti, e vulgari da esser detti propriamente Mecanici, ma quelli solo, che co l'ingengo soccorrono alle difficoltà grandissime emergeti ad utilità commune, come afferma Aristotele nel principio delle questioni meccaniche. Non farà auuetura fuor di proposito il ricordare, che mecanico è vocabolo honoratissimo [...], mestiero alla militia pettinente, e coueneuole ad huomo d 'alto affare, e che sappia con le sue mani, & col senno mandare ad essecutione opre marauigliose a singolare utilità, e diletto del viuer humano. E mecanica è voce Greca significate cosa fatta con arteficio da muovere, come per miracolo, & fuori della humana possanza grandissimi pesi con picciola forza, & in generale coprende ciascun edifico, ordegno, infirometo, argano, magano, ò ingegno maesireuolmete ritrouato seruono le mecaniche ad infiniti professori porgedo a tutti sommo giovameto[...]." da "La Piazza Universale di tutte le professioni del mondo", voce "Ingegnieri" (i termini sono nella lingua originale dell'autore)

Così recita le pagg. 761-762 della "Piazza Universale di tutto il Mondo"*, in cui l'autore, dopo aver introdotto gli Architetti, si appresta a parlare di vari "Maestri di Machine" ovvero Ingegneri specializzati in vari campi fra cui quello dell'Arte Militare.
Particolarmente interessante è a mio avviso il ripetuto riferimento sia all'aspetto quasi miracoloso delle invenzioni di questi professionisti, sia all'aspetto più materiale del giovamento, del vantaggio per la società umana. Quelle macchine che allora avevano permesso un progresso nell'ambito produttivo, in quello militare, ecc. sono state oggi affiancate e in molti casi soppiantate da macchine intelligenti e robot che si occupano di compiere attività sia fisiche, sia mentali, "fuori dell'humana possanza". Esse, infine potranno essere prodotte solo con l'ingegno e la mano insieme, senza far prevalere uno dei due e ignorare l'altro.


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* La "Piazza Universale di tutte le Professioni del Mondo" è una raccolta di tutte le professioni, scritta  da Tommaso Garzoni nel 1585.

sabato 20 aprile 2013

Se il tema delle IA fosse un quadro...




Questo quadro rappresenta il tema delle Intelligenze Artificiali da due punti di vista: innanzitutto dal punto di vista tecnico, l'opera è un esempio di Digital Art o Computer Art; dal punto di vista tematico, invece, è evidente come ci sia un chiaro riferimento a un possibile lato "umano" dei robot. 

lunedì 15 aprile 2013

Un po' di storia: tra documenti e mito


E' facile pensare e convincersi che le intelligenze artificiali, i robot, siano macchine di recente produzione e concepimento. In realtà, se a proposito dell'ambito produttivo la scoperta di nuovi materiali o il miglioramento delle tecniche di estrazione degli stessi sono avvenuti in epoche alquanto recenti, lo stesso non può essere detto a proposito del concepimento di queste macchine.



Un primo episodio relativo alla costruzione di un automa è legato alla figura di Alberto Magno , un filosofo cristiano. Alberto costruì un vero e proprio umanoide che accoglieva gli ospiti del suo costruttore aprendo la porta, chiedendo il nome e disquisendo con loro. L'automa però sarebbe stato poco dopo distrutto dall'allievo di Alberto, San Tommaso d'Aquino, poiché esso lo disturbava durante i suoi studi parlando con lui.
 
Alberto Magno in un affresco di Tommaso da Modena (1352)