L'interno, foderato di panno verde, conteneva una lunga fila di schede bianco-latte. Ne prese una dal mezzo del pacco. Era una scheda perforata per Macchina, tagliata secondo uno standard francese, e fatta di un materiale artificiale, singolarmente liscio. Su un angolo c'era un'annotazione scritta a mano: n. 154, in pallido inchiostro color malva.
da "La macchina della realtà", Seconda Iterazione.
da "La macchina della realtà", Seconda Iterazione.
Impiegati con grembiuli e guanti sedevano alle scrivanie dal piano inclinato, esaminando e manipolando schede perforate con una varietà di strumenti speciali da computatori: mescolatori, supporti per spili, codificatori a colori in mica, lenti da gioielliere, pezze oleate e delicati forcipi con le punte ricoperte di gomma. Mallory osservò il familiare lavoro con un senso di sollievo.
da "La macchina della realtà", Terza Iterazione.
da "La macchina della realtà", Terza Iterazione.
La scatola che Lady Ada sembra affidare a Mallory, come anche quella mostrata da Mick a Sybyl all'inizio, contenente un vero patrimonio secondo Mick, conducono costantemente il filo della narrazione nel romanzo.
Le schede perforate sono le antenate dei floppy disk e dei più moderni CD-ROM e DVD. Il loro scopo era quello di caricare il "programma" delle macchine nel caso di quella di Hollerith, ma poi la loro importanza permise di definire gli input e output del calcolatore (Z1 di Zuse). La loro origine, però, come è comprensibile anche dalla lettura del romanzo, è dovuta a Charles Babbage, almeno nel campo computazionale: difatti prima di lui questo metodo era stato usato per i telai, e già lo stesso Jacquard aveva avuto modo di sfruttare il lavoro di alcuni suoi predecessori nella costruzione del suo telaio a scehde perforate.
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